31 dicembre 2010

Una voce in onde corte per gli azeri nell'Iran

Si chiude con l'apertura delle trasmissioni di una nuova emittente "clandestina" un anno che ha ribadito la tendenza al ribasso nell'impiego delle onde corte nel mondo. Mentre Cechia e Slovacchia decidono di lasciare le onde corte e proseguire con le loro emittenti ufficiali solo sul "nuovo mezzo" (anche se i programmi della emittente slovacca internazionale in inglese e spagnolo verranno ripresi in onde corte, per il Nord America, da WRMI di Miami) - e proprio mentre tutta la comunità degli ascoltatori "ionosferici" si prepara a una ulteriore drastica riduzione di ore di trasmissione da parte di broadcaster come Deutsche Welle, Radio Netherland e della stessa BBC - una strana emittente televisiva rivolta alla comunità azera residente in Iran apre un inaspettato canale sulle onde corte, per la precisione sulla frequenza di 7510 kHz (qui registrati ieri, 30 dicembre, poco prima delle nostre 18, da Christian Diemoz)





Günaz Radio ripete per il momento l'audio di Günaz Tv, una strana emittente che produce i suoi programmi a Chicago e li ritrasmette dai satelliti europei e turchi a beneficio della consistente minoranza azera residente in Iran (si calcola che possano essere il 25% della popolazione). Pur condividendo la fede sciita con gli iraniani non azeri, la comunità che abita la parte nord-nordoccidentale del paese vive in una situazione a dir poco spiacevole. Gli azeri hanno persino difficoltà a parlare e pubblicare nella loro lingua di ceppo turchico.
Alle spalle di Günaz Tv c'è uno strano businessman di origine iraniana, Ahmad Obali, che ha creato il canale televisivo satellitare nel 2005. Lui nega recisamente, ma si dice - ed è lecito sospettare - che l'operazione riceva un cospicuo finanziamento dal Dipartimento di Stato americano.
L'emittente radiofonica appena varata viene definita clandestina perché non è supportata da un governo e perché la sua ricezione verrà quasi sicuramente osteggiata a Teheran. Ma non si deve pensare a un impianto di fortuna nascosto in qualche grotta sulle alture a nord di Tabriz, Günaz Radio affitta le sue ore di trasmissione da un broker internazionale che a sua volta compra interi pacchetti di "air time" probabilmente in Russia.
Non è la prima volta che una emittente trasmette in azero per gli azeri iraniani. Negli ultimi quindici anni ci sono state clandestine come Radio Free Azerbaijan e soprattutto Voice of Southern Azerbaijan. Oggi dal Canada su Internet opera il sito Radio Odlar Yurdu Azerbaijan.
Le onde corte, che potrebbero aiutarci a essere più uniti, sopravvivono anche grazie alle numerose aree di conflitto con cui dobbiamo convivere, all'alba della seconda decade di un millennio ancora così lontano dalla pace. Un 2011 più sereno a tutti voi, possibilmente.

27 dicembre 2010

Quando Radio Northsea vinse le elezioni

La politica dei tagli che ha caratterizzato queste ultime settimane di governo Berlusconi ha causato un forte malcontento tra gli editori radiotelevisivi che hanno dovuto assistere inermi all'azzeramento delle provvigioni a sostegno dell'emittenza locale (45 milioni cancellati dal decreto Milleproroghe dopo le "promesse" scritte nero su bianco nella legge sulla stabilità), cui si aggiungono i 50 milioni decurtati dai fondi per l'editoria. Ciò nonostante, non riesco a pensare che se e quando torneremo a votare, sulle scelte dell'elettorato - tra quelle che potremmo ironicamente definire le "Milleragioni" per un voto contro Kim Silvio Sung - avranno un peso anche le istanze delle radio libere.
Secondo il cronista politico della BBC, Paul Rowley, autore di uno splendido radiodocumentario trasmesso in questi giorni sulle stazioni locali di BBC Radio 2, le cose andarono diversamente in Gran Bretagna quarant'anni fa, nel giugno del 1970, quando il governo labourista di Harold Wilson chiamò il Paese alle urne con diversi mesi di anticipo e smentendo tutti i sondaggi perse di misura contro il conservatore Edward Heath. Allora si disse che gli elettori rimasero colpiti negativamente dalle cifre della bilancia dei pagamenti e che la sconfitta dell'Inghilterra alla Coppa del Mondo di Mexico '70 (proprio contro la Germania che noi sconfiggemmo per 4 a 3) aveva fatto incazzare milioni di persone.
Ma Rowley, che ha prodotto in questi anni diversi documentari sulle gloriose radio pirata offshore, si chiede in "Radio election" quale fu il peso elettorale dei giovani diciottenni che per la prima volta nella storia inglese furono chiamati alle urne. A soli tre anni di distanza dalla legge labourista che aveva decretato la fine di Radio Caroline e di tante altre paladine della musica rock.



Furono proprio i socialisti britannici a combattere il fenomeno delle radio pirata, con il suo rivoluzionario modello commerciale: audience in cambio di pubblicità. E se le grandi aziende - era questo, a grandi linee, il ragionamento - avessero preso il controllo di un bene collettivo come l'etere radiofonico? Al contrario, il manifesto elettorale di Heath prevedeva la creazione delle stazioni radiotelevisive commerciali. I conservatori mantennero la loro promessa, ma nel frattempo gli elettori dovevano aver cambiato di nuovo idea perché nel febbraio del 1974 Heath perse a sua volta le elezioni restituendo favore e scranno di primo ministro a Wilson. Pochi mesi prima, nell'ottobre del 1973, era andata on air la London Broadcasting Company.
Rowley osserva oggi che dall'analisi del voto nelle aree sudorientali del Regno Unito, dove le stazioni pirata avevano avuto molto seguito, i consensi per i conservatori furono molto numerosi. Durante la campagna elettorale, da Radio Northsea International, ancorata al largo delle acque olandesi fuori dalla giurisdizione britannica, gli appelli a favore del partito conservatore si sprecarono. Il governo di Wilson decise addirittura di disturbarne i programmi con del jamming, una manovra antidemocratica che neppure durante la Seconda guerra mondiale era mai stata messa in atto.
Sulla rivista online Radiomusications trovate un bell'articolo scritto da Robin Carmody nel 2007, The politics of offshore radio. E' un saggio conciso ma molto ben fatto sui retroscena politici della battaglia contro il monopolio della BBC. Lo scontro fu un elemento chiave in quel cocktail di crisi economica, stanchezza nei confronti del centralismo dirigista e voglia di modernità che alla fine degli anni 70 portò alla vittoria della Thatcher. Fu soprattutto un buon esempio di come, in politica, anche le buone intenzioni possono avere conseguenze spiacevoli. I labouristi erano probabilmente in buona fede quando vollero negare un pezzo di libertà a tutti pur di impedire che pochi potenti se la prendessero tutta. I conservatori erano sinceramente disposti ad accettare il rischio di qualche voce di potenziale dissenso in cambio di un fiorente mercato della pubblicità. Avevano ragione entrambi, o erano viceversa entrambi nel torto?
Quello che possiamo dire in Italia è che da solo il mercato della pubblicità non basta a sostenere le attività dell'emittenza radiotelevisiva privata, almeno non in un assetto normativo oggettivamente distorto e privo di solidi presupposti sul piano dell'analisi economica ancor prima che politica. Nelle nostre condizioni è una destra liberista solo sulla carta - ma oberata nella realtà dal macigno del conflitto di interessi berlusconiano - a guardare con maggior sospetto al pluralismo dell'etere. Per la sinistra è una ben magra consolazione l'essere stata in grado di prevedere la deriva dell'oligopolio mediatico. Mi chiedo, con una certa angoscia, se anche in questo caso l'elettorato giovanile potrà avere un ruolo nell'indirizzarci verso il cambiamento.

26 dicembre 2010

Perseus in remoto, il nuovo software di Nico


Grande eccitazione, nella comunità degli utenti del ricevitore Software Defined Perseus, per il ritorno dell'inventore di Perseus Nico Palermo - che era rimasto silente per un po' - alla programmazione. Un ritorno che si è convertito in un bel regalo di Natale: l'imminente lancio di una opzione (probabilmente a pagamento, ma non si può pretendere sempre che il software sia gratis) per la remotizzazione del Perseus. Grazie ai sofisticati algoritmi di compressione implementati da Nico, sarà molto presto possibile controllare un Perseus acceso in una località radiofonicamente interessante e tranquilla, connettendosi in rete da un'altra posizione. Quella qui pubblicata è una immagine ricavata da Beppe Campana IK3VIG con una versione beta del software. La banda occupata dalla combinazione client/server di remotizzazione è di appena 150 kilobit. Finora per remotizzare il Perseus era necessario ricorrere alle normali piattaforme di desktop remotization come TeamViewer o più recentemente a un prodotto specializzato come Visualradio.de (gratuito per gli utilizzi hobbystici). Questo ulteriore sviluppo della piattaforma Perseus apre la strada a ulteriori soluzioni di condivisione via Internet di segnali ricevuti in postazioni esotiche, o dotate di parchi di antenne estranei alle normali possibilità dei radioascoltatori "metropolitani".

Non essendoci ancora un comunicato ufficiale mancano i necessari approfondimenti sulla modalità di remotizzazione utilizzata ma dai primi commenti inviati sulla lista di distribuzione della community dai beta tester sembra di capire che a essere trasportate in rete sono solo i bit relativi ai comandi di gestione dell'interfaccia, al video e all'audio decodificato. In altre parole, tutto il lavoro di down conversion e demodulazione digitale avviene lato server. Sarebbe molto interessante se il contenuto remotizzato corrispondesse alla banda base, questo permetterebbe una condivisione reale della banda ricevuta remotamente in antenna e i client connessi potrebbero sintonizzarsi su singole frequenze diverse. Ma già così mi sembra una remotizzazione molto efficiente. Ecco anche un primo filmato fatto circolare da Beppe:



Suoni "spaziali": un futuro 3D anche per la radio?

Qualche giorno fa il Telegraph ha dedicato un pezzo agli esperimenti sulla trasmissione di audio surround da parte della BBC, affermando che l'emittente pubblica britannica intende prima o poi lanciare la radio tridimensionale. Dopo la televisione, anche la vecchia radio vuole indossare l'abito luccicante (e un po' vacuo) del 3D?
In effetti la sezione Research and Development della BBC sta conducendo diverse ricerche nell'ambito della cosiddetta "perifonia" o di una tecnologia alternativa chiamata "Ambisonics", ma per la verità non sembra che la radio tridimensionale sia una realtà così prossima (diverso il caso dello streaming Web ad altissima qualità appena inaugurato da BBC Radio 3 HD Sound)
Quello che potete seguire qui è un filmato in cui Andrew Mason parla con il ricercatore Quentin Cooper di questi esperimenti con le varie tecnologie surround. Lo trovate in una pagine con numerosi altri riferimenti sul ruolo dell'R&D nel broadcasting.




Lo scorso marzo il blog dell'R&D dove sono confluite le notizie dei Radio Labs della BBC, ha ospitato due lunghi interventi (parte 1 e parte 2) di Anthony Churnside sulle problematiche dell'audio surround e sugli studi dedicati alle tecnologie per dare spazialità alla nostra percezione del suono registrato o trasmesso. Non mancano gli standard per la rappresentazione spaziale del suono, come gli appassionati di Surround 5.1 sanno perfettamente. La televisione digitale, specie in versione HD, consente di diffondere piste audio compatibile con questi sistemi, definiti a livello ITU. Ma questi sistemi presentano alcuni inconvenienti quando si tratta di trasmettere o archiviare digitalmente i contenuti: la quantità di banda occupata è molto ingente e, fatto non trascurabile, i sistemi come il 5.1 sono pensati per determinate configurazioni di altoparlanti e non è facile uniformarsi a un determinato standard, anche per chi deve fruire di questi servizi. L'interesse dei ricercatori del North Lab si è spostato quindi verso una tecnica nota dagli anni 70 con il nome di Ambisonics, dove l'obiettivo è ricostruire un campo sonoro tridimensionale intorno all'orecchio dell'ascoltatore, non dell'altoparlante.
Una perifonia "binaurale" più leggera come quella resa possibile da Ambisonics è molto più praticabile e di fatto esistono già diversi esempi ricavati proprio dall'esperienza delle stazioni radio. Un esempio tra tutti, quello di Svergognando la morte, radiodramma di Sergio Ferrentino trasmesso dalla Radio della Svizzera Italiana, proprio in stereofonia binaurale. A chi volesse praticare qualche esperimento fatto in casa, suggerisco il sito di Convolver, un filtro digitale FIR (finite impulse response) open source per Windows. Tra le varie possibili sperimentazioni che si possono portare avanti con uno strumento di questo tipo c'è appunto la spazializzazione di una sorgente monofonica, che può essere virtualmente "fatta ruotare" intorno al punto in cui si trova l'ascoltatore. Ho citato Convolver perché le sue pagine su Sourceforge offrono molte spiegazioni, ma ci sono progetti per la codifica e la decodifica di audio binaurale anche per altre piattaforme, per esempio Gnaural o SbaGen. Altre informazioni e strumenti software si possono trovare sulle pagine che Angelo Farina, docente dell'Università di Parma, ha dedicato alla questione. A Parma è stato addirittura creato un apposito spazio museal/concertistico pubblico, la Casa del Suono, dove viene realizzato un nutrito programma di attività incentrate sulla spazialità del suono riprodotto.

Audiopress, il podcasting diventa mobile

Una nuova app per iPhone, Audiopress, rende molto più semplice l'uso in mobilità dei vostri podcast preferiti, permettendo di selezionare i podcast più interessanti in un catalogo continuamente aggiornato o di aggiungere i feed di nuovi podcast e importare l'elenco dei podcast dalle cartelle personali di iTunes. L'applicazione mobile supera così i limiti della applicazione iTunes di iPhone, dove è sempre necessario individuare le puntate di podcast desiderate e scaricarle. Il programma Audiopress può anche fungere da interfaccia per la sintonia dei programmi radiofonici in streaming, almeno per quelli nei formati MP3 o AAC.


Lo studio Edison Research/Arbitron sulla situazione del podcasting nel mercato statunitense rivela un certo appiattimento nelle curve di adozione di una forma di consumo dei contenuti audio equiparabile all'ascolto di una stazione radio "non lineare" o con palinsesto personalizzabile. Se i podcast non diventano più popolari, la loro audience sta evolvendo sul piano qualitativo e dei comportamenti. The Current State of Podcast 2010, presentato per la prima volta lo scorso ottobre al Blogworld New Media Expo di Las Vegas e oggi scaricabile in pdf dal sito Edison (che permette anche di riascoltare la conferenza presentata a Las Vegas di Tom Webster), afferma che il podcasting è conosciuto dal 45% dei consumatori e praticato dal 23% degli individui dai 12 anni in su, pari a circa 70 milioni di americani. I valori sono molto simili a quelli dello scorso anno, segno che le quote si sono stabilizzate, ma è interessante osservare i dati relativi al comportamento dei consumatori, che si spostano gradualmente dal computer verso i dispositivi mobili, non solo i classici lettori mp3 ma in misura crescente i telefoni cellulari e gli smartphone. Emerge anche - e non è una sorpresa - la maggiore propensione di chi ascolta i podcast nei confronti delle tecnologie mobili. La radio non lineare si sposa benissimo con un concetto di smartphone sempre più somigliante a un dispositivo portatile universale, sul quale concentrare attività come l'ascolto delle notizie, degli approfondimenti, della musica.
Audiopress sembra fatta apposta per questa nuova generazione di ascoltatori, proprio perché è stato concepito come centralina di controllo per l'accesso a una variegata tipologia di contenuti audio. La app è gratuita e si apre su un menu con due funzioni principali: la gestione delle Playlist e dei podcast/stream configurati dall'utente e la scelta all'interno di un Catalogo tematico che gli autori di Audiopress aggiornano regolarmente (almeno si spera) con nuovi podcast, canali radio e Web radio in streaming e - caratteristica molto interessante - un innovativo servizio di lettura in sintesi vocale di articoli di giornali (per ora i contenuti letti sono quelli di Associated Press, per i quali è possibile impostare un allarme su determinate parole chiave, in modo che tutti gli articoli riferiti a quell'argomento vengano segnalati e letti automaticamente).
Una funzione di ricerca permette di individuare nel catalogo i contenuti associati a una parola chiave. L'utente di Audiopress può arricchire la sua esperien
za e le playlist collegandosi al sito Web dello sviluppatore (ci si può registrare anche con il proprio account su Facebook).
Tra le varie funzioni gestionali c'è la possibilità di inserire i link ai podcast preferiti, trasformando Audiopress in un aggregatore portatile. Si possono anche importare in formato OPML i feed gestiti da altri aggregatori, incluso iTunes. Ho cercato di inserire dei link agli stream, ma non mi è riuscito. A meno che qualcosa non mi sia sfuggito forse per il momento ci si deve accontentare degli stream live che sono riportati nel Catalogo. Audiopress è una applicazione piuttosto recente ma promette bene, soprattutto per il suo funzionamento come aggregatore gestibile da iPhone o dal computer via Web. Mi piacerebbe che fossero potenziate le opportunità di accesso e memorizzazione degli stream in tempo reale, ma per quanto riguarda i podcast funziona molto bene come aggregatore e sottoscrittore di contenuti aggiornati periodicamente.
Una alternativa a Audiopress è stata sviluppata in Italia e - come forse avete intuito visto che ne ho parlato parecchio - si chiama DriveCast. Combinando la versione Web based di Drivecast con la sua applicazione per iPhone, è possibile gestire i podcast in modo abbastanza simile al caso di Audiopress.
Rispetto a quest'ultima DriveCast non mette a disposizione un catalogo portatile di contenuti così ben classificati e illustrati (Audiopress in questo è veramente efficace grazie a un ottimo lavoro redazionale). Su DriveCast per iPhone ci si limita semplicemente a verificare i contenuti della propria libreria multimediale e a sincronizzare/prelevare i singoli elementi.
In compenso DriveCast riesce a gestire anche le registrazioni audio e video da fonti radiofoniche e televisive, consentendo poi di sincronizzare con iPhone/iPod i contenuti che sono stati salvati nello spazio Web personale assegnato a ciascun utente. Recentemente DriveCast ha introdotto anche una importante novità: l'ascolto diretto di stream radiofonici in tempo reale. Gli sviluppatori torinesi di DriveCast, gli amici di In Rete, hanno aperto la loro piattaforma alle stazioni radio che vogliono allargare le proprie opportunità di ascolto via Web e hanno potenziato il catalogo della versione Web (le "Sorgenti") ordinandolo in due categorie: Radio e Podcast. Scegliendo le fonti della prima categoria si apre una finestra di anteprima con le miniature di decine di stazioni radio Web in italiano e altre lingue e per ciascuna icona ci sono quattro possibilità: Ascolta, Registra, Favorita e Sito Web. Un sistema di segnalazione/validazione delle URL permette di aggiungere al catalogo DriveCast le stazioni non ancora classificate, a patto che il formato dello stream sia compatibile.
Tornando alle versioni mobili di Audiopress e DriveCast, immagino che se si potesse combinare la semplicità e la completezza del Catalogo della prima con le funzioni di ascolto/registrazione e di segnalazione di nuovi stream che troviamo nella seconda, avremmo davvero una centrale di controllo dei contenuti audio molto potente.

25 dicembre 2010

Il Natale di Apollo 8 (1968) trasmesso dall'USB-S


Il sito della NASA ha pubblicato questo breve messaggio augurale natalizio, trasmesso il 24 dicembre del 1968 dai tre astronauti della missione Apollo 8, la prima a orbitare intorno alla Luna. Mentre dal finestrino scorrono le immagini della superficie lunare si possono distinguere chiaramente le voci di Frank Borman, capo della missione, del pilota del Command Module Jim Lovell, e del pilota del Lunar Module William Anders che si alternano alla lettura di Genesi 1 e alla conclusione l'augurio di "good night, good luck and a merry Christmas" a tutti sulla "good earth".



La voce e le immagini in slow scan television sono quelle raccolte dal sistema di comunicazione integrato in banda S messo a punto proprio per la missione Apollo, operativo su frequenze intorno ai 2 GHz. Un dettagliato paper su questo sistema USB-S (Unified S-Band System) può essere prelevato qui.

23 dicembre 2010

Radio digitale, il nuovo draft firmato ECO-FM45

Il comitato ECO-FM45 sulle problematiche del broadcasting digitale ha concluso i lavori della riunione di Stoccarda (15-16 dicembre) pubblicando una nuova bozza di documento sulla digitalizzazione della radiofonia, il Report on the possibilities for the future delivery of radio
Lo potete prelevare qui. Non ci sono particolari novità, si tratta ancora una volta di mettere sul piatto alcune considerazioni di fondo, vantaggi e svantaggi delle diverse modulazioni numeriche, le prospettive di riuscita per ciascuna di queste. Continuo a vedere le tipiche affermazioni di comitati analoghi. Quando i russi mi dicono di prevedere, per il 2011 (!) la "produzione di massa" di ricevitori per il loro nuovo sistema digitale RAVIS, mi chiedo davvero in che mondo vivano i tecnici che partecipano a un lavoro di standardizzazione così importante. Fior di ingegneri che suggeriscono ai governi le varie politiche di implementazione, che decidono sul futuro di un mezzo ascoltato da miliardi di persone.
C'è pochissima oggettività, scarsissima attenzione alla reale situazione di mercato di sistemi come HD Radio, che negli Stati Uniti viene utilizzato da centinaia di stazioni ma che non arriva a vendere un milione di apparecchi in un Paese di 300 milioni di abitanti. Nelle tabelle sul DRM30/DRM+ (il secondo non ha praticamente neppure un mercato per la fornitura di modulatori) si legge ancora "initial receivers in the market/available", una frase riportata da almeno cinque anni in documenti del genere e del tutto spropositata rispetto a una realtà di poche centinaia di pezzi di qualità mediocre. Mai un solo riferimento alla possibilità di digitalizzare non la distribuzione ma la ricezione dei contenuti audio. Secondo me comitati come l'FM-45 sono troppo condizionati dalla presenza di fornitori supply-side e sottorappresentati a livello client-side, manca il parere delle industrie dell'elettronica di consumo e manca soprattutto il parere dei consumatori. Se non capisco male, la stesura della versione definitiva del documento è prevista per il 2011.
A proposito di assenze, con l'eccezione del solito, preparatissimo Hanns Woltner di Club DAB Italia, non ci sono stati rappresentati della RAI o dal nostro MSE-Com. In compenso ha preso parte ai lavori Saeed Alavi, di IRIB/Voice of Iran. A livello istituzionale, come spesso accade, l'Italia finisce per prendere le decisioni degli altri. Essì che sull'argomento avrebbe parecchie cose da dire.

Radiopanettoni

BUONE FESTE!

Questa è la cartolina di Natale dello European Communications Office, l'organismo che si occupa di regolamentazione delle radiocomunicazioni in Europa. Il Babbo Natale che non riesce a consegnare i regali per colpa delle antenne 3G montate intorno al camino è molto sottile... La prima trasmissione radio in assoluto fu quella di Reginald Fessenden, che interpretò personalmente, al violino, Stille Nacht. Oggi parliamo di "mercato radiofonico" e quasi tutto il resto, politica compresa, è diventato "mercato". Magari dovremmo fermarci per qualche secondo a pensarci su.
Auguri a tutti, ce li meritiamo!

Un nanoponte in grafene per la radio del futuro?

Un futuro nanomeccanico per gli apparecchi radio viene esplorato alla Columbia University sovrapponendo una sorta di "ponte" in nanografene tra i due elettrodi di un transistor FET polarizzato in continua. Il ricercatore cinese che ha condotto l'esperimento ha applicato un segnale variabile e ha scoperto che a una determinata frequenza il ponte in grafene risuona, facendo "passare" il segnale che può essere misurato campionando la capacità tra il grafene e il gate di controllo del FET. Alla fine di questo percorso appena iniziato, ci potranno essere ricetrasmettitori che filtrano e generano le radiofrequenze direttamente, senza ricorrere a circuiti di oscillazione e discriminatori. L'articolo originale è apparso su Technology Review, che pubblica anche il rimando all'articolo scientifico pubblicato da Yuehang Xu e colleghi.

Here's a simple device. Stretch a sheet of graphene between two electrodes to form a kind of trampoline and then place a third electrode under the trampoline. Finally, send a DC current through the graphene and then add a radio frequency voltage on top to see what happens.
This is exactly the experiment that Yuehang Xu at Columbia University in New York and pals have done. They say the graphene sheet resonates when blasted with a voltage changing at radio frequency signals and that this can be easily measured by monitoring the capacitance between the sheet and the third electrode below the sheet.
That's a significant result. For some time now, physicists have been hoping to find ways of using nanoelectromechanical resonators to filter and generate radio signals directly. At present, this has to be done with various kinds of mixing techniques. The problem is that nanoelectromechanical devices all suffer from parasitic capacitance, which tends to drown out the signals that physicists are interested in at radio frequencies.
Xu and co say their graphene sheet device is immune from this because its design causes the effects of stray capacitance essentially to cancel out. And they prove it by using their device to pick out a radio frequency signal at 33.27 MHz.

21 dicembre 2010

FCC e Net Neutrality, al voto una regola controversa

Oggi la FCC americana deve votare sulla controversa definizione di Net Neutrality proposta da Julius Genachowski, che presiede il regolatore americano. La mozione dovrebbe passare per 3 voti a 2, con l'opposizione dei consiglieri repubblicani Robert McDowell (che ha pubblicato sul Wall Street Journal un duro editoriale di protesta) e Meredith Baker. Ma anche i due consiglieri favorevoli, secondo il New York Times, non sono per niente entusiasti di un regolamento che avrebbero voluto essere più severo. In buona sostanza Net Neutrality significa che la natura dei bit che viaggiano su Internet deve essere neutra rispetto al mezzo, che le reti di telecomunicazione non possono imporre discriminazioni (una banda più larga assegnata a uno specifico servizio, un servizio che passa rispetto a un altro che resta al palo e così via) in funzione del tipo di informazione trasportato. Nella proposta di Genachowski questo principio risulterebbe alquanto annacquato per i democratici (che rilevano la presenza di troppi compromessi a favore delle telco e una sostanziale immunità per i fornitori di accessi wireless) e del tutto pleonastico per i repubblicani, secondo i quali il Web funziona benissimo così com'è e non ha bisogno di regole complicate che porteranno vantaggi solo agli avvocati incaricati di difendere le parti in causa negli infiniti processi che ne scaturiranno (NdR: il liberismo a oltranza della destra è sempre un po' sospetto; di solito i mega avvocati dalle parcelle milionarie sono di destra, perché dovrebbero lamentarsi?).
Per quella parte della radiofonia che sta migrando su Internet la questione è quanto mai cogente. Una rete non neutrale potrebbe risultare nella possibilità di ascoltare flussi di buona qualità quando a "trasmettere" sono la CBS o AOL, mentre alla radio locale verrebbero riservate solo le briciole della banda. Che questo accada, almeno nel nostro quadro regolamentare, anche per le emittenti via etere non dovrebbe farci smettere di sperare in un medium più equilibrato.

Ibiquity (re)inventa l'RDS per le stazioni AM

La National Association of Broadcasters americana ha contribuito a finanziare una ricerca di Ibiquity, l'inventore del sistema di radio digitale HD Radio, con l'obiettivo di escogitare una tecnica di trasmissione dati da associare alla portante di un segnale radio modulato in ampiezza. Questa forma di RDS per le onde medie potrebbe essere utilizzata dalle stazioni locali in onde medie per offrire ai loro ascoltatori analoghi servizi informativi, dal nome della stazione al titolo dei brani trasmessi. Il sistema, AM Digital Data Service (ADDS) si basa sull'impiego di un ristretto numero di sottoportanti modulate come nelle trasmissioni HD Radio, ma a differenza di quest'ultimo la banda occupata è molto limitata e consente di trasmettere i dati a un rate compreso tra i 90 e i 1.000 bit al secondo (contro gli 1,2 kilobit di RDS).
E' davvero possibile che una tecnologia del genere possa essere utilizzata per estendere le capacità delle trasmissioni in AM? Potrebbe essere accettata su vasta scala? Nutro parecchi dubbi al proposito, ma il mio punto di vista è molto europeo e diversamente dagli Stati Uniti, dove esistono ancora migliaia di stazioni in onde medie che potrebbero trovare interesse nello sperimentare nuove opportunità di svecchiamento del medium, qui in Europa le onde medie sono apertamente in via di progressiva estinzione. Sono in pochi - a parte forse i lettori di questo blog - a conoscere l'esistenza di una tecnica ETSI molto simile concettualmente all'ADDS proposto oggi da Ibiquity. Si chiama AM Signalling System e funziona in base a un meccanismo di modulazione in fase della portante di un segnale AM. AMSS, sviluppato cinque anni fa, supporta una velocità di trasferimento dati di circa 48 bit al secondo. A parte qualche trasmissione sperimentale della BBC, decodificabile con il software per DRM DReAM, non c'è stato alcun seguito alla cosa.
Lo studio americano proseguirà, avvertono quelli del NAB, solo se ci sarà una adesione da parte del mercato. In teoria, sviluppare i componenti e il software per decodificare le informazioni ADDS non dovrebbe essere complicato e neppure aggiungere questa funzione agli attuali ricevitori analogici. Da a qui ad aver voglia di farlo, ci passa. Ma tutto questo è interessante perché dimostra che se si vuole integrare un contenuto audio distribuito con tecniche analogiche, è possibile pensare di accompagnare tali flussi con metadati che aprono la strade a servizi e forme di integrazione di tipo digitale. L'obsolescenza della radio analogica soprattutto nelle onde medie è ovviamente legata al comportamento degli ascoltatori, dei consumatori. Ma tale comportamento è inevitabilmente condizionato dalle tecnologie, dai quadri normativi, dalle scelte industriali, dalle iniziative degli editori. Che succederebbe, ipotizziamo, se le onde medie fossero destinate, chessò, alla copertura di eventi sportivi di forte interesse locale, come le partite di calcio, con l'audio del commento e dell'interno dello stadio radiodiffuso e le informazioni di corredo visibili via Internet? O per applicazioni a carattere turistico, come le audioguide? Forse non tutte le idee sarebbero commercializzabili, ma perché negarsi l'opportunità di esplorarle? In ogni caso, potete leggere il documento tecnico relativo al sistema AM Digital Data Service scaricando questo pdf.

iBiquity Develops New AM Radio Data Service Concept

NAB FASTROAD (www.nabfastroad.org) last week announced the release of a report on a new AM radio data service concept, with the potential to provide AM broadcasters the ability to transmit low-rate data similar to what analog FM broadcasters can provide using the Radio Data System (RDS) subcarrier. This work was undertaken by iBiquity Digital Corporation (Columbia, Md, www.iBiquity.com), developers of the HD Radio IBOC system used by U.S. broadcasters to transition to digital radio, and was co-funded by iBiquity and NAB FASTROAD.
Called the AM Digital Data Service (ADDS), this new technology would utilize a small number of IBOC digital subcarriers (either two, four or six) to provide a data capability (but no digital audio) similar to RDS for analog FM. Because analog AM radio stations have no method for transmitting data such as song title and artist, there is a need for an AM data transmission service that provides capabilities similar to FM RDS and can support delivery of low data-rate text. This technology could be easily and affordably integrated into future versions of IBOC receivers but existing IBOC receivers (and analog-only receivers) would not be able to decode the ADDS signal.
As described in the report, from one to three digital subcarrier pairs would be used to transmit digital data, as shown in the figure. These subcarriers would reside “underneath” the existing analog AM audio signal, which is represented in the figure by the trapezoidal shape which extends symmetrically about the channel center out to approximately ±10 kHz.
Each subcarrier’s power level is set to ensure robust reception of the digital data, while minimizing interference to the host analog audio. The levels shown in the figure are based upon an analytical study which is summarized in the report, and would, in a future phase of the program (not currently planned), be verified in laboratory and field testing of the system. The ADDS system borrows heavily from the digital broadcast design defined for HD Radio AM Hybrid transmission. The design establishes symbol durations, subcarrier spacing, and sample rates consistent with HD Radio broadcasts. These design requirements ensure robust reception and allow for compatibility with existing HD Radio receiver applications.
Depending upon the number of subcarriers and the type of modulation, data rates from approximately 90 to 1000 bits per second would be supported by ADDS. By comparison, the RDS signal has a bit rate of approximately 1,200 bits per second. ADDS is designed to support text messaging and data transmission associated with audio program content. Proposed “use cases” include station service messages, alert messages, and program service messages. These system definitions are identical to the corresponding definitions in the HD Radio system standard; additional information on two of these use cases is provided here:
Station Message Service (SMS) – the station message service is intended to identify station-related configuration and important messages to the listener. The station message service provides, but is not limited to, the following: station call letters, station message (examples include public service announcements, weather reports or telephone call-in numbers). This service borrows definitions from the HD Radio Station Information Service (SIS);
Program Service Data (PSD) – the program service data is intended to describe the content of the current audio program. The PSD service provides, but is not limited to, the following messages: title, artist, album, genre, content, commercial. This service borrows definitions from the HD Radio Program Service Data (PSD).
One of the benefits of ADDS is that it would offer AM broadcasters a simpler and less-expensive way to provide a (limited) digital service compared to a full AM IBOC installation which at present is the only option. Also, the requirements on the antenna system for ADDS would be the same as for analog AM and not the more stringent requirements of AM IBOC. This is important because antenna tuning (usually necessary when upgrading existing AM broadcast facilities from analog AM to HD Radio specifications) has been one of the major tasks needed to get AM IBOC stations functioning and on-the-air.
The full text of the ADDS report and information on the NAB FASTROAD technology advocacy program are available at www.nabfastroad.org. Future work on this project will depend upon a number of factors including whether the broadcasting and receiver manufacturing industries embrace this concept.

20 dicembre 2010

Una radio elettromeccanica per monumenti telegrafici

In occasione della prossima trasmissione augurale che la stazione SAQ, lo storico impianto radiotelegrafico svedese di Grimeton trasmetterà la vigilia di Natale alle 8 UTC su 17,2 kHz, la comunità degli appassionati delle onde lunghe ripropone lo schema di un ricevitore realizzato con componenti elettronici passivi, senza transistor o valvole. Per la sintonia viene utilizzato un oscillatore elettromeccanico, un motore a corrente continua che alimenta a sua volta uno "stepper motor" utilizzato come alternatore ad alta frequenza. La sinusoide a 8 kHz così generata inserita in un mixer passivo produce una armonica a 16 kHz che entra in battimento con la portante non modulata di SAQ e questa audiofrequenza pilota una cuffia ad alta impedenza per l'ascolto. Il principio di funzionamento di questo ricevitore, realizzato nel 2001, ricalca precisamente quello del trasmettitore di SAQ, che utilizza un alternatore elettromeccanico di Alexanderson. Niente di meglio per festeggiare le periodiche messe in funzione di una postazione che dal 2004 fa parte del patrimonio culturale dell'umanità voluto dall'UNESCO. Il monumento è ancora in perfetto ordine ed è l'ultima testimonianza ancora in vita di una radiotelegrafia pionieristica, precedente all'era delle valvole termoioniche. Lo schema del ricevitore, realizzabile anche con componentistica di recupero (per esempio un vecchio hard disk), si può prelevare da questo link.



19 dicembre 2010

USA: le radio comunitarie "low power" sono legge

Sabato 18 dicembre è stata una giornata storica per le numerose organizzazioni che hanno sostenuto l'approvazione di una nuova normativa riguardante le stazioni comunitarie a bassa potenza negli USA. Vincendo una vigorosa opposizione da parte dei broadcaster commerciali "ufficiali" riuniti nella National Association of Broadcasters (che temeva il rischio di pesanti interferenze sui segnali dei suoi affiliati), il Local Community Radio Act è stato approvato anche in Senato grazie a una rappresentanza bipartizan guidata dalla senatrice democratica Maria Cantwell e dal senatore repubblicano John McCain. Sarebbero centinaia le stazioni no profit condotte da istituzioni, scuole, associazioni che la nuova normativa - ora in attesa della firma presidenziale - renderà possibili.
Un sincero e comprensibile entusiasmo pervade siti come Prometheus Radio Project, Reclaim the media e FreePress che hanno combattuto dieci anni per vedersi riconoscere una libertà di espressione radiofonica libera da eccessivi vincoli burocratici, quando le opinioni da mettere in onda rappresentano i piccoli interessi di gruppi che troppo spesso hanno poca o nessuna voce in capitolo. In passato, ricorda l'associazione Prometheus, le radio comunitarie low power hanno avuto un ruolo importante anche nelle situazioni di emergenza. Qui di seguito il comunicato stampa ufficiale della relatrice di una legge di cui la democrazia americana può andare orgogliosa.
Press Release of Senator Cantwell

Cantwell Shepherds Unanimous Senate Passage of Low Power FM Bill

Legislation will allow FCC to license new community radio stations
Saturday, December 18, 2010

WASHINGTON, D.C. – Today, U.S. Senator Maria Cantwell (D-WA) shepherded the unanimous Senate passage of the Local Community Radio Act, which will allow a multitude of low power FM (LPFM) stations to obtain broadcasting licenses in communities of all sizes across the country. Currently, the Federal Communications Commission's (FCC) technical rules limit the number of low power FM stations that can practically be licensed in urban and suburban areas. The Act changes these rules, allowing for more LPFM stations to be licensed nationwide, but doing so in a manner that addresses the interference concerns of full-service FM radio stations.
“Today is a day for community radio to celebrate and for America to celebrate community radio. Low power FM stations allow for more viewpoints, community-centered news, and a variety of alternative programming,” said Senator Cantwell. “For far too long, this legislation has been held up, preventing dozens of stations in my home state of Washington from applying for local low power licenses. I am pleased that more individuals can now add their voices to the airwaves.”
Cantwell, along with Senator John McCain (R-AZ), sponsored the original Senate version of the legislation. Cantwell has introduced legislation promoting low power FM stations during the last three Congresses.
Low Power FM radio stations operate on the FM radio spectrum and provide an affordable alternative to community groups unable to obtain expensive full-power radio station licenses on very scarce broadcast spectrum. With a broadcast range of about 3.5 miles, community groups can provide listeners with localized content and an alternative broadcast outlet.
Full bill text can be found here.

Olanda, destra e sinistra unite contro Radio Netherland

La stazione radio internazionale olandese, Radio Nederland Wereldomroep, meglio nota come Radio Netherland, era rimasta un'isola felice nel mare tempestoso dei tagli che i governi di qualunque ispirazione impongono ai broadcaster internazionali, le loro voci radiofoniche all'estero. Queste emittenti perlopiù pubbliche operano grazie al lavoro di redazioni che producono e diffondono (non più solo in onde corte, ovviamente) programmi diretti fuori dai rispettivi confini geografici, vuoi a beneficio dei concittadini emigrati o in viaggio, vuoi per fornire agli ascoltatori stranieri, magari nelle loro lingue, informazioni domestiche e - specie quando gli ascoltatori in questione vivono in una carenza di libertà di stampa - una visione più obiettiva del mondo.
Ho già raccontato del ridimensionamento di emittenti come BBC World Service o Deutsche Welle, ma oggi una interrogazione nella camera bassa del Parlamento olandese apre la strada a un processo di revisione da cui potrebbe emerge una Radio Netherland molto più povera di quella che al momento può contare su un budget di 47 milioni di euro, che riescono a coprire un costo di gestione che solo per il funzionamento di dieci redazioni linguistiche ammonta a 29,5 milioni. In forse, se l'inchiesta promossa dal partito "D66" (un movimento progressista con un programma molto simile al nostro Partito Radicale), è anche il ruolo delle onde corte, che potrebbero subire lo stesso destino visto in emittenti autorevoli come la Radio Svizzera Internazionale.
La vicenda di cui parlano la stessa Radio Netherland (che però si dice molto fiduciosa) e i giornali olandesi ha del paradossale. Tutto nasce come si diceva dall'interrogazione di un partito che ha una rappresentanza parlamentare inferiore al 10% (10 deputati su 150 e 2 senatori su 75) e non siede in un gabinetto di governo costituito da una coalizione tra Appello cristiano-democratico (CDA, centro-destra) e Popolari per la libertà e la democrazia (VVD, liberal-conservatore). I Democratici 1966 dovrebbero essere perfettamente in linea con gli obiettivi di Radio Netherlands e di fatto lo sono. Ma questo non impedisce loro di giudicare obsoleta l'emittente giudicata obosoleta. A quanto mi è sembrato capire i D66 sono a favore di una riforma del welfare e della spesa pubblica e soprattutto vogliono che sia fatta chiarezza sulle modalità di distribuzione dei programmi di una emittente che a loro modo di vedere non tiene sufficientemente in conto le potenzialità di Internet. L'interrogazione di minoranza è stata subito fatta propria dalla maggioranza conservatrice, che ha incaricato la ministra per l'Educazione, la Cultura e la Scienza Marja van Bijsterveldt (Radio Netherland dipende dal suo dicastero ma gli obiettivi della riforma, già avviata, sono anche quelli di trasferirne le competenze verso gli Esteri) di procedere a uno studio approfondito delle varie voci di spesa. La direzione dell'emittente ha giustamente osservato che se gli olandesi hanno tutti una connessione a Internet nelle loro case, per milioni di ascoltatori il Web è del tutto sconosciuto e inaccessibile.
Particolarmente critica nei confronti di RN è la posizione del quotidiano De Telegraaf (che ho tradotto con l'aiuto di Google e della mia magra conoscenza del tedesco, quindi potrei anche essermi sbagliato), che in questo e quest'altro articolo apertamente che sarebbe ora di smettere di buttar via quasi 50 milioni di euro per soddisfare le esigenze di pochi olandesi in vacanza e formare l'ennesima generazione di giornalisti di sinistra (la cultura radical-chic, qualcuno direbbe il buonismo veltroniano, non gode decisamente di buona stampa in Europa) impegnati a loro volta a istruire le giovani democrazie in Asia o in America Latina.
Si potrebbe obiettare al De Telegraaf che tra media in via di estinzione forse un quotidiano cartaceo dovrebbe dimostrare maggior solidarietà verso una radio a onde corte, ma se questi sono gli effetti di elezioni sicuramente più democratiche delle nostre c'è ben poco da dire. Aspettiamoci, se non proprio la definitiva chiusura, una Radio Nederland fortemente limitata nelle sue future ambizioni.

Costi di gestione, per redazione (in milione)
Costi diretti

Olandese 3,7
Inglese 2,0
Caraibico 1,5
Spagnolo 1,9
Portoghese 0,2
Indonesiano 1,3
Africa sub-sahariana 1,5
Arabo 1,1
Cinese 0,3
Musica 0,7

Costi generali, centrale di produzione e attività 8,5

Costi indiretti derivanti dalla gestione 6,8

Totale 29,5 (su un budget complessivo di 47)

Il bilancio 2011 di Radio Nederland Wereldomroep si può scaricare (in olandese, ma le cifre sono chiare) da questo link. L'Annual Report in lingua inglese, riferito al 2009, si trova qui.

18 dicembre 2010

ECO: proposte di digitalizzazione della radio e dell'FM

Il comitato FM45 dello European Communications Office si è riunito nei giorni scorsi a Stoccarda per continuare la discussione sulla radiofonia digitale e l'evoluzione verso il digitale della attuale banda VHF/II, gli 88-108 dell'FM. Tra i documenti sul tavolo vi anticipo le due bozze riguardanti le proposte da sottoporre su entrambi gli argomenti al governo dell'Unione europea. Le due bozze nascono dal lavoro di un apposito sottogruppo del comitato FM45 in seguito alla riunione di fine novembre a Londra. Il documento intitolato Initial Draft ECC Report on Possibilities for Future Terrestrial Delivery of 
Audio Broadcasting Services può essere prelevato qui. La bozza relativa invece alle modifiche del documento ECC 141 sul futuro digitale dell'FM e intitolata Intial first draft for a supplement to the ECC Report 141 future possibilities for the digitalisation of band II - Technical elements and parameters for dital terrestrial broadcasting in Band II è disponibile qui.
Terrò d'occhio il repository di documenti in questi giorni per verificare la presenza di aggiornamenti e novità successive all'incontro.

17 dicembre 2010

S100, un altro video/FM/DMB player da iRiver


Dopo i modelli B20 e B30 la coreana iRiver sforna un nuovo player multimediale che prevede anche una versione compatibile con il DAB+/DMB. Si tratta del tipico lettore portatile di contenuti audio e video di ultima generazione multiformato, commercializzato sia in una versione base, sia in edizione maggiorata con ricezione della radio digitale (credo che la radio FM convenzionale sia presente in entrambe). Ho visto che questo nuovo S100 è in vendita su eBay a prezzi abbastanza abbordabili, intorno ai 170 dollari americani (i prezzi intorno ai 110 dollari immagino corrispondano alla versione base senza radio DAB). In Australia, dove il dispositivo viene pubblicizzato nel quadro della campagna di lancio del DAB+, il costo è di circa 160 dollari australiani.
La produzione della coreana iRiver è sempre stata orientata alle esigenze del mercato interno della televisione mobile a standard DMB, derivato da Eureka 147. Ma iRiver con il B20 è anche stato tra i primi a rendere disponibili firmware per la ricezione di trasmissioni di radio digitale a codifica DAB+. In Italia purtroppo la reperibilità di tali dispositivi è sempre stata un po' a macchia di leopardo. Quando ho parlato per le prime volte di iRiver su questo blog, alla fine del 2007, il modello B20 sembrava essere al centro di una strategia di lancio a livello nazionale del DMB (appena adottato dalla RAI e per le sue sperimentazioni DAB) da parte del distributore di allora, Widinet. La strategia, anche per colpa del vuoto di contenuti da ascoltare, non ha avuto fortuna. Oggi Widinet non esiste più, ha chiuso i battenti l'estate scorsa e al suo posto sembra essere arrivata un'azienda rozzanese chiamata Gruppo Sabah, inizialmente specializzata in prodotti di manutenzione industriale e per l'edilizia. Sarebbe interessante capire le motivazioni che hanno spinto un'azienda chimica a creare una divisione per l'importazione di prodotti di elettronica di consumo, prodotti tra l'altro non facili da "far passare". Fatto sta che da quest'anno Sabah Electronics è diventata titolare di marchi come appunto iRiver e - a quanto sembra dalla navigazione in un sito Web ancora in fase di revisione - della scozzese Revo, altro brand focalizzato sul nascente mercato della radio digitale DAB+.
Ho trovato anche un altro marchio, quello della svedese PopCatcher, di cui ho parlato in passato (una radio con una tecnologia per registrare su chiavetta la musica rimuovendo automaticamente il parlato), che mi ha fatto pensare che in Sabah qualcuno deve aver letto il mio blog. E mi ha fatto venire in mente - non me ne vogliano gli amici di Sabah - un altro distributore che ha chiuso i battenti: la Distrel, recentemente finita sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta (gli inquisiti, alcuni dei quali finiti in carcere il mese scorso, fingevano di emettere fatture che non venivano mai incassate ma si facevano anticipare soldi dalle banche). Non voglio in alcun modo accostare la storia poco edificante di aziende come Distrel alle attività degli attuali distributori italiani di marchi afferenti alla radio digitale. Osservo semplicemente che il settore della radio digitale - e non è la prima volta che ho modo di dirlo - sembra davvero colpito da una maledizione. Se ci sono le tecnologie mancano i componenti. Se ci sono i componenti, mancano le aziende capaci di assemblarli in un prodotto funzionante. Se ci sono i prodotti funzionanti, manca chi li sa portare sugli scaffali dei negozi e farli conoscere ai consumatori. Quando i distributori arrivano e gli scaffali cominciano a riempirsi, mancano i programmi su cui sintonizzarsi. Se ci sono i programmi, saltano fuori tecnologie assai più convincenti e motivanti per il pubblico.
Non c'è proprio modo di farne una giusta, quando si tratta di radio digitale. Ecco perché, senza alcuna ironia, ma anzi proprio perché convinto, nonostante tutte le oggettive difficoltà, delle potenzialità di questa tecnologia, voglio porgere a brand coraggiosi come Pure e alla stessa Sabah Electronics, il sincero augurio che il 2011 possa essere l'anno della svolta.
Iriver releases my very own mp4 player ’S100’

-Double the fun, differentiate by applying your own wallpaper image/design for each menu
-The “IT” function allows fun-loving, trendy teenagers to create a unique personality

On May 28, Iriver (CEO Jae-woo Lee) released ‘wear your own look’ s100 mp4 player. The Iriver S100 with its ‘self-design’ user interface allows users to edit wallpapers and menus to suit their taste. The S100 targets users in their teens and 20s as they pursue entertainment and style. They can edit menus and select different wallpapers for every function using pictures of their choice, be it their favorite movie star, an unforgettable vacation spot, or their ever-loving family.
The S100 is simple in design, featuring a delicate silhouette that is emphasized by its half-transparent material and soft lines, and comes in five different colors: white, pink, sky blue, mint, and yellow. The S100 is both slim and light, weighing just 77g and measures only 9.8mm in thickness. The S100 boasts a 2.8-inch LCD display, while its arrow keys keyboard allows for fast and easy usage of all functions.
Since the S100 supports various video codec, drag and drop is all it takes to watch a video without the need for additional encoding. Furthermore, Internet lectures that were only accessible with high-end products will now be available as the S100 supports DRM of all leading domestic online lectures.
Only essential supplementary functions are included in the S100, such as image viewer, text viewer, voice recording, FM radio, and flash game. Users can get up to 42 hours of audio, 7.5 hours of video, 6 hours of DMB and a 32GB memory slot.
Head of Iriver marketing, Ashulley Sang Won Lee explains, “The S100 is a cost effective product with a simple design and practical function. We expect to receive great reviews from self-conscious young customers who value reasonable consumption.”
The S100 4GB and S100 8GB costs KRW 129,000 and KRW 159,000 respectively, with additional DMB function the price of the 4GB and 8GB rises to KRW 159,000 and KRW 189,000, respectively.

16 dicembre 2010

Radio digitale: l'ennesimo anno "decisivo". L'ultimo?

Nel mese dei bilanci, Radio Magazine Online (come, nel suo piccolo, Radiopassioni) deve tracciare, a proposito di radio digitale, un quadro freddo e sconsolante come il cappone freddo tenuto da parte per il pranzo del 27. I vari consorzi promotori continuano a dirsi ottimisti e come è avvenuto in occasione dei capodanni degli ultimi due lustri promettono che il 2011 "sarà l'anno della radio digitale". L'unico segnale veramente positivo è la presenza nei punti vendita della grande distribuzione di decine di modelli di ricevitori e dispositivi capaci di accedere ai due sistemi di radio digitale dominanti, HD Radio e DAB/DMB. A fare eccezione è il DRM+ che ancora non riesce a far leva su una componentistica adeguata e sul quale comincia a essere davvero difficile essere ottimisti, magari facendosi trascinare dall'entusiasmo per le vaghe dichiarazioni di apprezzamento formulate da russi e indiani (stiamo parlando di assicurare la fornitura di centinaia di milioni di apparecchi, va bene che proprio questo potrebbe essere uno stimolo per l'industria ma continuando così i chipset arriveranno quando in India ci sarà la quinta generazione del radiomobile).
Purtroppo però, al positivo segnale dello scaffale pieno di accattivanti digital radio continua a corrispondere una tragica indifferenza da parte del pubblico. I consumatori americani non hanno ancora capito che farsene di HD Radio e da quelle parti l'acquisto di un apparecchio digitale consente se non altro di ascoltare diverse centinaia di stazioni FM ibride (le stazioni digitali in AM, lo dicono un po' tutti, sono solo un flop). Che cosa succederebbe qui in Italia, dove gli scaffali di FNAC e Unieuro si riempiono mentre l'etere del DAB rimane desolantemente vuoto in gran parte del nostro territorio? A Milano io non riesco ad ascoltare più di 15 stazioni e tra queste trovo francamente insultante il fatto che Radio Padania sia in codifica DAB+ mentre RAI FD5 Auditorium trasmette con una compressione da dinosauri e una qualità audio che mi fa rimpiangere l'impianto in onde medie di Radio 3 smantellato nel quartiere vigentino. A chi me lo chiede io sconsiglio di investire anche solo 99 euro in una radio DAB.
Entro il 2012, diceva il piano delineato da RaiWay per il lancio della nuova infrastruttura DAB+ condivisa tra emittenti pubbliche e private, la radio digitale dovrebbe arrivare a coprire il 50% della popolazione. La mia previsione per il 2011 è che se questa soglia non verrà raggiunta possiamo anche dimenticarci, in Italia, della radio digitale e delle sue indubbie possibilità.

All good, but...something's still missing. Call it grass roots consumer passion for digital radio, or the buzz that typically marks an inflection point on an adoption curve. Perhaps that's why HD Radio conversions stalled this year. The big groups bought in early, as did public radio with help from some hefty CPB grants. But the rest of us remained on the sidelines, watching for a sign that the moment to invest had finally arrived. And we're still there today.
Clearly the U.S. experience isn't unique -- far from it. Around the world, digital radio is advancing in, well, dribbles. Yes, DAB+ finally seems to be gaining some traction in Europe and Australia, just as India and Russia seem to find DRM better suited to covering large areas and populations.
If anything became clear this year, it's that the standards battle has come and gone. There are now lots of clever ways to digitally deliver audio content, including wireless broadband and smartphones. They all work pretty well -- simply pick one that suits your nation's business and social model, or mix and match.
Even so, there's no denying that at the end of 2010 people -- ordinary everyday people -- are still waiting to hear why digital radio is must-have technology.
Here's hoping 2011 provides a compelling answer.


SWR, anche il sud della Germania spegne le onde medie

Il risparmio ammonterà a 380 mila euro annui, che per una emittente pubblica, anche tedesca, non sono pochi. Questa è la somma che la Südwestrundfunk, SWR, non dovrà più mettere a bilancio per i consumi elettrici dei suoi sei trasmettitori in onde medie, incluso quello da 100 kW di Mühlacker su 576 kHz, in una postazione che risaliva al 1930. Alla fine del 2011 questa e le frequenze di 666, 711, 828, 1017, 1413 e 1485, utilizzate per le emissioni regionali del canale di notizie SWR Cont.Ra andranno definitivamente in rottamazione. Complessivamente SWR potrebbe cancellare un milione di euro di spese, considerando che insieme all'infrastruttura potrebbe essere cancellato l'intero canale all news (ma l'ipotesi non è stata confermata). A esserne contenti saranno gli ascoltatori di segnali molto lontani, perché senza le interferenze adiacenti ci saranno più opportunità di ascolto di molte frequenze transatlantiche.
Per i nostalgici delle onde medie, una porzione di spettro che di questo passo in Europa nessuno utilizzerà più entro pochi anni, è la solita dichiarazione di resa. Il quotidiano regionale tedesco-meridionale Pforzheimer Zeitung dedica un lungo articolo e un bellissimo filmato all'impianto di quella che ormai è conosciuta come "Sender Stadt" la città dell'antenna. Tagliate le onde medie, SWR continuerà a trasmettere in FM e presumibilmente sui nuovi multiplex DAB+ che la Germania si appresta a lanciare nel 2011. Potenziata anche la presenza dell'emittente sul medium Internet, anche grazie alle nuove app per iPhone (una proprio per le notizie di Cont.Ra) che affiancano quella uscita nel 2009 per portare su Ip l'ascolto di otto canali, tra cui "Dasding" ("LaCosa") Web radio orientata al pubblico giovanlie.






Das Aus für Mühlackers Mittelwelle: Ära geht zu Ende

MÜHLACKER. In der Senderstadt endet im nächsten Jahr eine Ära. Der SWR-Rundfunkrat hat entschieden, sich bis Ende 2011 von der Mittelwelle zurückzuziehen. Damit gehen bald auch auf 576 Kilohertz in Mühlacker die Lichter aus.

Von Ralf Kohler

Mühlacker Sender wird 80 Jahre alt.
Ab der Inbetriebnahme 1930 hatte die Ausstrahlung über Mittelwelle Mühlackers Ruf als Senderstadt begründet (PZ berichtete) . Von der Illinger Höhe wurden teilweise bis zu sechs Programme abgestrahlt, fünf vom SWR dazu ein privater Sender. Wenn der Südwestrundfunk die Mittelwelle aufgibt, bleibt Mühlacker nur noch das Regionalprogramm SWR 4 Badenradio, das auf Ultrakurzwelle (UKW) die Frequenz 95,7 Megahertz belegt.

Auch letzter Sender ist bedroht

Fünf Jahre oder auch noch länger mag sich daran nichts ändern, grundsätzlich setzt der SWR allerdings anstatt auf UKW auf die neue Digitalradiotechnik DAB+ und auf das Internet. An den Schalthebeln sitzen kühle Rechner, keine lokalpatriotischen Nostalgiker. Nachdem schon seit 2004 kein Signal mehr aus Mühlacker auf Kurzwelle 6030 Kilohertz zu hören ist, stellt der Rückzug von der Mittelwelle eine weitere Rationalisierungsmaßnahme dar.
Valentin Nann von der SWR-Pressestelle spricht von einer „veralteten Technologie“ und rechnet vor, dass pro Jahr 380 000 Euro Stromkosten weniger anfallen, wenn Mühlacker und die fünf anderen Mittelwellensender nicht mehr in Betrieb sind. Insgesamt könne die Maßnahme sogar eine Ersparnis von einer Million im Jahr bringen. Längst schauen auch die öffentlich-rechtlichen Sender auf die Kosten. So stelle der SWR auch gleich das Informationsprogramm „cont.ra“ ein, sagt Rundfunkrat Winfried Scheuermann aus Illingen. Es wird fast exklusiv über Mittelwelle verbreitet und ist über die Mühlacker Frequenz 576 Kilohertz bisher noch weit entfernt zu empfangen. Der Standort Mühlacker stehe beim SWR trotz allem nicht zur Disposition, beteuert Sprecher Nann.
Die neun Techniker, die auch Anlagen an anderen Orten betreuen, seien über den Beschluss, die Mittelwelle aufzugeben, informiert worden. Für sie ändere sich nichts. Doch selbst wenn die Senderstadt beim SWR gegenwärtig eine Art Bestandsschutz haben sollte, ist eine offene Frage, wie lange das so bleibt.

Immer wieder Verluste

Nicht nur, weil Kurz- und Mittelwelle inzwischen Auslaufmodelle sind, hat Mühlacker rundfunkpolitisch an Bedeutung verloren. Der damalige SDR ging 1997 mit zwei Programmen nach Langenbrand. Vor sechs Jahren wurde zudem die beliebte Privatradio-Frequenz 100,7 nach Güglingen verlegt. Das geschah „aus politischen Gründen“, wie Axel Dürr, Sprecher der Stuttgarter Landesanstalt für Kommunikation sagt. Der Standort Mühlacker habe nicht mehr so gut zum veränderten Sendegebiet von Energy gepasst. Immerhin wickelt der SWR offenbar zunehmend interne Übertragungen (Richtfunk) über den Senderhang ab.
Ansonsten ist die Perspektive nicht unbedingt positiv. „Der Standort Mühlacker ist für einen digitalen TV-Standort nicht geeignet. Inwieweit der Standort Mühlacker für digitalen Hörfunk geeignet ist, ist von der Netzplanung abhängig, welche aber zum gegenwärtigen Zeitpunkt noch nicht abgeschlossen ist“, heißt es in einer schriftlichen Mitteilung des Südwestrundfunks gegenüber der PZ: „Ob irgendwann einmal nicht mehr von diesem Standort aus gesendet wird, lässt sich heute schwer prognostizieren.“
Die Anlage gehört der Rundfunkanstalt, die Stadt Mühlacker hat kein Mitspracherecht, was die Verwendung angeht. Allerdings handelt es sich bei dem Areal um ein Sondergebiet, also darf nicht einfach gebaut werden. Sollte der SWR den traditionsreichen Standort irgendwann aufgeben, blieben als Alternative zum Sender also nur noch Äcker.

15.12.10

15 dicembre 2010

Pure Sensia, con l'RSS il teletext arriva sulla radio

Pure Technologies ha rilasciato una nuova versione del software del suo ricevitore digitale ibrido Pure Sensia, introducendo una nuova app dedicata alla lettura dei feed RSS alle applicazioni per Twitter, Facebook, Picasa e Meteo già in dotazione. E' un novità importante per questo ricevitore capace di sintonizzarsi su trasmissioni FM analogiche e DAB+, nonché su migliaia di stazioni radio presenti su Web, offrendo inoltre l'opportunità di interagire con i contenuti e i social network di Internet attraverso uno schermo a interfaccia tattile. Grazie al supporto dei formati RSS sarà possibile costruire su questo schermo una pagina e continuamente aggiornata con le notizie dai blog e dai siti preferiti, un teletext personalizzato che un normale televisore digitale "non connesso" non è in grado di offrire. Grazie al supporto della tecnologia RadioDNS, Sensia è compatibile con i futuri servizi ibridi delle stazioni, analogiche e digitali che adottano questo stesso sistema. Grazie ai metadati diffusi via RDS, RadioDNS consente infatti di trasferire verso un ricevitore radio connesso simultaneamente a Internet in Wi-Fi, servizi visuali come "Slideshow" (normalmente disponibile solo su segnali DAB) anche associandoli a trasmissioni analogiche FM.
Sensia fa parte di un catalogo di ricevitori digitali FM/DAB+ che Pure ha appena iniziato a commercializzare in Italia con FNAC e Unieuro.

PURE launches RSS reader app on Sensia

Major software release delivers new features

London, UK 14th December 2010: PURE, the world-leading radio maker, announces a major software release for Sensia, its internet-connected radio with colour touchscreen. The new software release includes an RSS reader app and delivers additional functionality to Sensia’s Facebook and weather apps, slideshow support for FM stations and significantly enhanced overall performance.
RSS (Really Simple Syndication) is a family of web feed formats used to publish frequently updated information - such as blog entries and news headlines - in a standardised format.
The RSS reader app allows the user to view RSS feeds on Sensia delivering the latest information from their favourite websites. Recommended feeds can be browsed or the user can search for a feed by name and add it to their list of feeds. Articles within the feeds can then be selected individually and read. Recommended feeds are in the following categories: news, finance, sport, arts and entertainment, and tech news, and will feature the likes of BBC News, E! Entertainment News, The Guardian and ESPN.
The software release also adds features to the Facebook app on Sensia including the most recent newsfeeds, the ability to view photos and to tag status posts with ‘like’ or ‘unlike’. Up to six locations can now be added and viewed when using the weather app and forecasts for both day and night for five consecutive days are available.
Sensia also now supports slideshow for FM RDS stations enabling users to view visual content such as competitions, album artwork or photos when listening to an FM station. The extra slideshow content is delivered via the latest RadioDNS technology (www.radiodns.org) over the user’s Wi-Fi connection. When not connected to Wi-Fi, Sensia also supports broadcast digital radio slideshow.
The software release also adds enhanced user performance and a confirmation prompt when switching Sensia on or off preventing the user inadvertently switching it off.
The RSS reader is the fifth app on Sensia adding to Twitter, Facebook, Picasa and weather and is available now through an automatic software download that is free to the user. For more information, please visit www.pure.com , www.touchmyradio.com.

14 dicembre 2010

Miliardi? Mezzi milioni!

Chi l'avrebbe detto?

Onde medie: braccio di ferro tra OFCOM e Caroline

L'OFCOM britannico sta adottando nei confronti delle nuove autorizzazioni di stazioni broadcast una politica chiaramente orientata a favorire l'obsolescenza della banda di frequenza delle onde medie. E a farne le spese, paradossalmente, è proprio l'emittente che quasi mezzo secolo fa ha contribuito a cambiare per sempre la radiofonia in Europa.
La mitica Radio Caroline, un brand sopravvissuto nel corso tempo e oggi ancora attivo su Internet e via satellite (e in rare occasioni temporanee sulle onde medie) chiede di poter operare continuativamente su questa banda per coprire una piccola parte di Inghilterra sud-orientale. Ma l'OFCOM applica da anni una politica di non concessione di licenze non temporanee in onde medie, proprio a sostegno di una strategia che nel lungo termine dovrebbe portare al totale spegnimento della radiofonia analogica.
Da autentica erede dello spirito delle stazioni pirata offshore, Radio Caroline ha attivato una campagna di sensibilizzazione subito ripresa da una parlamentare inglese, Tracy Crouch, deputata per Chatham e Aylesford. L'8 dicembre, l'onorevole Crouch è riuscita a far passare alla camera una interrogazione ("early day motion") per sollecitare un ripensamento da parte del regolatore e il suo intervento potrebbe servire per riaprire il dibattito sulle linee già tracciate nel disegno di legge Digital Britain (convertito nel Digital Economy Act 2010) e sulle reali opportunità dello switchoff in una porzione di spettro che nessuno vuole ma che è rimasta nel cuore e nel ricordo di molti ascoltatori. Tracy Crouch ha dato ampio risalto alla sua azione politica nel blog personale con cui tiene informati i propri elettori.

Un posto (software) a due passi dal sole

Un incredibile strumento software (open source, multipiattaforma e disponibile anche in versione Web based) per accedere ai dati di imaging e astrofici sul nostro sole è stato rilasciato oggi dall'ESA. JHelioviewer è una spettacolare finestra aperta sul disco nel nostro astro, sia in tempo reale sia per quanto concerne i dati di un archivio alimentato da due missioni spaziali: l'ESA/NASA Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) e il Solar Dynamics Observatory (SDO). Per molti si tratterà di immagini e informazioni assolutamente inedite, inserite in una interfaccia divulgativa che aiuterà a far luce sui misteri della meteorologia spaziale e di tanti fenomeni della fisica planetaria e della propagazione delle onde radio.
Il software (Windows, Mac e LInux/Java) può essere prelevato dal sito www.jhelioviewer.org o consultato nella versione Web all'indirizzo www.helioviewer.org

ESA offers a new way of looking at the Sun
14 Dec 2010

ESA has released interactive, open-source software that gives both scientists and the public an unprecedented insight into the ever-changing face of the Sun. JHelioviewer allows easy access to over 14 years worth of data from the ESA/NASA Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) along with the latest information beaming back from NASA's Solar Dynamics Observatory (SDO).
The Sun has been under almost constant human surveillance from space since the SOHO mission was launched in December 1995. Since then, the space telescope has delivered a daily stream of 250MB of solar data back to researchers on Earth. With 12 instruments on board, probing every area of our star - from its interior out to the corona and the solar wind - SOHO has compiled a vast library of solar data. This solar opus is beginning to be complemented by SDO, which is returning 1.5TB of data per day. At 6000 times the data rate of SOHO, and containing a constant stream of high-resolution images of the Sun over 10 spectral channels, the volume of data from SDO has made it necessary to develop new ways of visualizing the data. This will be key in achieving SDO's goal of helping scientists understand how the Sun's magnetic field is generated and structured and how this stored magnetic energy is converted and released into the heliosphere.
The challenge is that with this vast and ever-growing forest of data it is hard to see the wood from the trees. "If you wanted to study a phenomenon in a specific region on the Sun on a certain day then you needed to download a large volume of data and calibrate it with the appropriate software. As part of a lengthy process you'd turn it into an animated sequence, that may or may not turn out to be useful," Daniel Müller, SOHO Deputy Project Scientist, explained. "JHelioviewer is a novel way of visually browsing the archive; you can quickly identify interesting stuff and then go and get the scientific data. It greatly speeds up the process," he added.
Developed as part of the ESA/NASA Helioviewer Project, JHelioviewer is an interactive, simple to use index of the data gleaned from fifteen years of watching the Sun from space. However, the true power of the tool lies in its ability to allow cross-referencing of different aspects of the large data sets; many events observed on the Sun are interconnected and occur over vastly different temporal and spatial scales. For the first time, JHelioviewer allows users to overlay series of images from the Sun, from different instruments, and compile an animated sequence, which they can then manipulate as they watch, in order to follow a solar event from start to finish.
"All solar scales are coupled: you have small scale phenomena tying into large scale events. We now have a unique tool to tackle this hierarchy of scales," said Müller. He went on to say: "Before, you could either see the large-scale corona, or small patches on the solar surface. But you've never had the option to overlay the two and zoom in and out as you watch the Sun's activity evolve."
In this marriage of scales lies fresh potential for scientists to tackle some of the most pressing issues in modern solar physics. With more than 14 years worth of SOHO data now easy to access, users can follow the Sun's changing activity over an entire 11-year solar cycle. Alternatively, the differential rotation of the Sun can be compensated for, allowing sunspots - indicators of solar activity cycles - to be tracked as they rotate across the solar surface. Researchers can also juxtapose images of the Sun's corona, from SOHO's LASCO coronagraph, with concurrent ultraviolet data of the lower corona, provided by the EIT instrument, and MDI measurements of the magnetic field on the solar surface. This can be done with the minimum of fuss, allowing more time for the links between coronal mass ejections (CMEs) and activity on the solar surface to be explored.
This leads on to the phenomenon of 'space weather': a term brought into everyday language through the pioneering work of SOHO over the last decade and a half. "JHelioviewer will help the search for the triggers or proxies that then translate into geomagnetic phenomena such as storms in Earth's magnetosphere," Müller suggested. Knowledge of such trigger mechanisms could allow Sun-watching scientists to give prior warning of such events, which have the potential to damage satellites and power grids.
And as well as opening up the Sun to solar researchers, JHelioviewer has already caught the eye of the wider scientific community. "We've already had discussions with the Mars Reconnaissance Orbiter team, as well as with the medical world, about how they might use the open-source software to analyse massive data sets in their own respective fields," Müller revealed.
However, the potential impact of JHelioviewer reaches out beyond the scientific community; the software has been specifically designed to be used by the non-expert as well. Interested members of the public have access to just the same data as the scientists and can use it to explore the Sun for themselves. "It puts millions of SOHO images at your fingertips. Anyone with a computer and internet access can use it to make a movie of how the Sun evolved over the last decade," pointed out Müller. "You could even see how the Sun looked on your birthday or Christmas; you can pick and choose whatever you like," he added.

JHelioviewer has been developed as part of the ESA/NASA Helioviewer Project (Principal Investigators: Daniel Müller (ESA), Jack Ireland (ADNET Systems, Inc. / NASA Goddard Space Flight Center)) by an interdisciplinary team of solar physicists and software developers. It is based on the JPEG 2000 image compression standard and written in Java and OpenGL. The server hosting the software and related JPEG 2000 files is located at the Solar Data Analysis Center (SDAC) at NASA's Goddard Space Flight Center.
The JHelioviewer software is available to download for several operating systems. It is complemented by the website Helioviewer.org, a web-based image browser.